Dal finestrino della macchina che andava, a volte, lungo la strada, scorgevo dei fiori.
Fu allora che mi dissi: se un papavero riesce a crescere fra le crepe dell'asfalto, anche io posso farcela, no? Tu te n'eri andato, ma non ti eri preoccupato di portarti via tutte quelle domande che negli ultimi mesi avevi lasciato qui a farmi compagnia; anzi, adesso ne avevi fatte nascere di nuove fra le quattro mura della mia camera e della mia testa.
Perchè tutto improvvisamente si rompeva così, perchè? Ho continuato a correrti dietro, a cercare risposte in te, finchè una mattina, vedendo quelle flebili fiamme rosse innalzarsi fra il cemento, mi resi conto che sbagliavo, che era dentro me che dovevo guardare se davvero volevo capire.
Io potevo farcela, se non con il coraggio di quei papaveri, almeno con la delicatezza delle prime margherite che sotto il sole spiegano i loro petali candidi; sarei tornata a correre, avrei di nuovo lasciato che il vento accarezzasse i miei capelli al profumo di camomilla senza cercare nell'aria quello dei tuoi, e mi sarei ritrovata. Per questo iniziai a scriverti queste lettere: per dirtelo, per avvisarti che non potevo più stare.
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Wednesday, August 22, 2018
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